Blue Jasmine riporta Woody Allen alla sua ispirazione bergmaniana. Due foto a confronto – Cate Blanchett e Liv Ulmann in Persona – mostrano una simile sofferenza interrogativa. Come in Persona, il tema è il racconto di un’identità a pezzi, che ricorda quell’Harry protagonista di un altro film di Woody. Ma qui Jasmine non è ripresa fuori fuoco per far capire la crisi, basta la bravura della Blachett – sprofondata da ricca wasp a nullatenente – per raccontare la sua sfasatura. Con il crollo del suo matrimonio non ha più alibi per non guardarsi dentro. In mancanza di altro si limita a continuare a mentire, se non più a se stessa, almeno agli altri, almeno al nuovo boyfriend, giusto per irretirlo meglio. Il monologo delirante finale è un finale aperto. Sull’abisso della coscienza, tra frammenti di ricordi, Xanax, Martini, totale spaesamento. Sulla fatica di esser-ci dopo aver inanellato tanti comodi e chic ‘come se’. Dove l’Altro – esilarante incipit – è solo un pretesto per far tracimare il proprio ego, ora ferito e prima esaltato. Allen torna a raccontare il lato d’ombra – in sintonia con la sua natura malinconica – come in Match point e Crimini e misfatti. E Cate Blanchett mostra la disperata impotenza della ‘persona’, ma senza maschere.
woody allen
Intervista a Marco Rossari
Intervista a Marco Rossari (di Cristina Bolzani)
1) Come è nata l’idea di un libro che raccoglie con humour testi più o meno brevi sulla letteratura e l’editoria?

L’unico scrittore buono è quello morto
Ritratto di Hemingway da giovane
Escono le lettere di Ernest Hemingway. Dopo un decennio spulciando tra la sua corrispondenza, Sandra Spanier manda in libreria con la sua cura critica il primo di una serie di almeno 16 volumi che raccolgono la corrispondenza dello scrittore grafomane (scriveva ovunque e anche in piedi).
Questa prima raccolta, riferita al periodo 1907-1922, mostra un giovane Hemingway diverso, più complesso, più dolce rispetto al macho che conosciamo dalle sue opere. Il figlio Patrick Hemingway sostiene che le lettere potrebbero sfatare il mito dello scrittore come figura tormentata e contorta, un’immagine popolare del padre che non è veritiera. “Mio padre – dice – non era una figura tragica. Ha avuto la sfortuna di avere disturbi mentali in età avanzata. Fino a quel momento era una persona piuttosto allegra e divertente”.
Le lettere sono vivaci, hanno un’ortografia eccentrica, sono piene di scarabocchi e insolite. Raccontano tutta l’infanzia di Hemingway a Oak Park, Illinois, le sue avventure come autista di ambulanze sul fronte italiano nella Prima Guerra mondiale , la straziante storia d’amore con un’infermiera della Croce Rossa di nome Agnes von Kurowsky (storia che finirà trasfigurata in Addio alle armi), il suo matrimonio con Hadley Richardson.
Lettere destinate alla madre, alle amanti, agli antagonisti, mostrano un lato diverso di Hemingway, fatto su misura per loro e senza ipocrisie sociali. Non sono solo un omaggio tenero a questo Hemingway sconosciuto, non solo rivelano il suo mondo interiore durante il processo creativo, ma dimostrano una sorta di perduta arte epistolare.
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Nel 2011 si è ricordato il cinquantesimo anniversario della sua morte – suicida il 2 luglio del 1961 con uno colpo alla tempia. Quest’anno si parlerà molto di questo Hemingway Letters Project: saranno pubblicate seimila lettere, quasi tutte inedite.
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Come non ricordare la parodia che ha fatto Woody Allen in Midnight in Paris di Hemingway da giovane? Nella conversazione con il protagonista, l’attore parla con paratassi e ripetizioni, imitando lo stile di Hemingway, il tono sentenzioso (famose le sue massime tipo scrivere cose semplici in modo semplice) e affrontando niente meno che Amore e Morte. Hemingway in questo è stato molto influenzato dallo stile di Gertrude Stein, per quanto usasse le ripetizioni già due anni prima di lei; la Stein poi le teorizzò come stile.
A proposito di lettere, è famosa quella che manda alla Stein insieme a un suo racconto. Le scrive: Non succede nulla e la campagna è stupenda, ho inventato tutto… Ma come è difficile scrivere, vero? Era facile prima che ti conoscessi. Certo non valevo niente, diamine, non valgo niente neanche adesso ma non valgo niente in un altro modo.